Ogni anno vengono assegnati sei premi Nobel, di cui quattro nelle scienze: chimica, fisica, medicina ed economia. Inoltre, molto spesso, ciascun Nobel viene assegnato a 2 o 3 persone. Per cui abbiamo un’abbondanza di vincitor*.

Una cosa che salta subito all’occhio è che, nella storia di questa istituzione, solo poche donne sono state insignite del Premio (Cole 1987, Wade 2002). Infatti, i Premi Nobel e i Premi per l’economia, tra il 1901 (anno di prima assegnazione) e il 2024, sono stati assegnati a donne 58 volte (solo una donna, Marie Curie, è stata premiata due volte). A fronte di 57 donne, nello stesso periodo, i vincitori uomini sono stati… 902[1].

Scartando l’ipotesi (in auge nei secoli passati) che le donne siano intellettualmente inferiori, ci troviamo dinnanzi a un’enorme sotto-rappresentazione della creatività e del contributo femminile nelle scienze.

Peraltro, interviene anche una seconda dimensione: molte delle donne Nobel non hanno avuto figli
(Stemwedel 2009). Infatti, se prendiamo le 11 donne Nobel vincitrici in fisica, chimica e fisiologia/medicina tra il 1901 e il 2006, e i 37 maschi che hanno ricevuto il Nobel nella stessa area e nello stesso periodo, e li compariamo su alcune variabili come anno di nascita, stato civile, numero di figli, premi ricevuti, livello di scolarizzazione e presenza di un Nobel tra i loro mentori, scopriamo che “le donne insignite del Nobel sono state significativamente meno orientate a sposarsi e a avere figli” (Stemwedel 2009)[2].

Questo vale, più in generale, anche per le donne (“semplicemente”) laureate. Quando le laureate hanno avuto figli ne hanno avuti meno dei colleghi maschi laureati (Charyton, Elliott, Rahman, Woodard and Dedios 2011: 203). Le autrici concludono che le più eminenti scienziate – rispetto ai colleghi maschi – tendono a scegliere di dedicarsi alla ricerca scientifica piuttosto che mettere su famiglia.

E’ possibile invertire la tendenza? Certamente sì, e le politiche di genere attuate degli ultimi anni vanno sicuramente in questa direzione. Però, il problema è: mediante queste politiche, quanto tempo ci vorrà per raggiungere un vero riequilibrio? Probabilmente, molti decenni.

Allora sorge un’altra domanda: si può fare qualcosa per accelerare questo lungo processo sociale e culturale? Probabilmente, sì. Le “azioni affermative” temporanee (giornalisticamente dette “quote rose”), l’assegnare dei coefficienti di valutazione (delle carriere scientifiche) diversi per donne e uomini (Gobo 2016), tenendo conto che le prime hanno spesso maggiori carichi di cura famigliare, e altri correttivi, potrebbero essere un rimedio temporaneo per accelerare il processo sociale e culturale.

Ma quando si propone questo, subito si levano cori che gridano “attacco al merito”, “ingiustizia al contrario”, “discriminazioni nel confronti dei maschi” e altre banalità.

Per cui, rassegniamoci ad avere un predomino maschile nell’assegnazione dei Nobel per ancora molti decenni e a vedere la parità di genere realizzata nel… 2070 (o giù di lì).

Però, come cantavano i Nomadi, ma noi (che scriviamo) non ci saremo…

 

 

BIBLIOGRAFIA

Charyton C., J. Elliott, M. Rahman, J. Woodard, and S. Dedios (2011). “Gender and Science: Women Nobel Laureates”. Third Quarter 45(3): 203–214

Cole, J. R. (1987). “Women in science”. In: Jackson, D. N. and J. P. Rushton (eds.) Scientific excellence: Origins and Assessment. University of Michigan: SAGE Publications: 359–375.

Gobo, G. (2016), The Care Factor: A Proposal for Improving Equality in Scientific Careers, in M. Bait, M. Brambilla and Crestani, V. (eds.), Utopian Discourses Across Cultures. Scenarios in Effective Communication to Citizens and Corporations, Bern: Peter Lang, pp. 157-183.

Stemwedel, J. D. (2009). ‘Engendered Species. Science, motherhood, and the Nobel Prize: have things gotten harder? Biochemical Evolution”. The Biochemical Magazine, 31(1): 62.

Wade, D. (2002). “Nobel Women”. Science 295(5554): 439.

[1] Se con ci credete, guardate https://it.wikipedia.org/wiki/Vincitori_del_premio_Nobel

[2] A onor del vero, le 11 donne che hanno vinto il Nobel negli ultimi 9 anni mostrano un significativo cambio di tendenza: sono tutte sposate e molte di loro hanno figli.

Autore

  • Giampietro Gobo

    Professore ordinario di Sociologia delle Scienze e delle Tecnologie, presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università degli Studi di Milano. Per molti anni si è occupato di epistemologia e metodologia della ricerca sociale. Attualmente si dedica allo studio dei “sensi sociali” e di controversie scientifiche nel campo della salute. Per le sue pubblicazioni cliccare il link qui sotto.