Una delle maggiori onorificenze in ambito scientifico è il Premio Nobel. Questo riconoscimento di valore mondiale viene attribuito annualmente a personalità di spicco che si sono distinte in diversi campi dello scibile umano – come la fisica, la chimica, la medicina, la letteratura e la pace – portando benefici all’umanità attraverso le loro ricerche, scoperte e invenzioni. (Cfr. articolo GF)

Ricevere questo prestigioso riconoscimento è il risultato di un processo lungo e articolato. La selezione dei premiati per le categorie scientifiche è affidata a istituzioni scientifiche e culturali svedesi.

Il processo di selezione inizia quando il comitato invita annualmente, generalmente a settembre dell’anno precedente alla vincita effettiva, un vasto numero di esperti e personalità di spicco nel proprio settore a proporre candidati meritevoli. Questi esperti possono essere membri dell’Accademia Reale Svedese delle Scienze, scienziati, accademici e altri professionisti riconosciuti a livello internazionale. Le richieste di nomina vengono inviate a centinaia, talvolta migliaia di persone in tutto il mondo. È importante notare che le autocandidature non vengono prese in considerazione.

Una volta raccolte le candidature, il Comitato Nobel esamina attentamente tutte le proposte e compila una lista ristretta di nominati. Dopo approfondite valutazioni e discussioni, il comitato di esperti si riunisce per eleggere i vincitori dei vari premi, che vengono annunciati pubblicamente in ottobre e premiati in una cerimonia ufficiale il 10 dicembre, anniversario della morte di Alfred Nobel.

Dal 1901, anno della prima assegnazione del Premio Nobel, solo quattro persone hanno avuto l’onore di vincerlo più di una volta. Tra questi illustri scienziati ricordiamo Marie Skłodowska Curie, che lo vinse nel 1903 per la fisica e nel 1911 per la chimica; John Bardeen, che ricevette il Nobel per la fisica nel 1956 e nel 1972; Frederick Sanger, vincitore del Nobel per la chimica nel 1958 e nel 1980; e Linus Pauling, che ottenne il Nobel per la chimica nel 1954 e il Nobel per la pace nel 1962.

La famiglia Curie rappresenta uno dei casi unici nella storia dei Premi Nobel, avendo accumulato ben cinque premi tra i suoi membri. Marie e suo marito Pierre Curie condivisero il Nobel per la fisica nel 1903, mentre Marie lo vinse nuovamente per la chimica nel 1911. Loro figlia, Irène Joliot-Curie, insieme al marito Frédéric Joliot, vinse il Nobel per la chimica nel 1935.

I CANDIDATI NON LO SANNO

Ora, in realtà, lo saprebbe solo dopo 50 anni. Le candidature al Nobel rimangono infatti segrete per almeno mezzo secolo, e gli archivi vengono resi pubblici solo dopo questo periodo. Gli unici che vengono informati della loro candidatura sono i vincitori effettivi del Nobel di quell’anno. Per farvi capire meglio: i candidati ai Premi Nobel del 2024, se tutto procede come di consueto, scopriranno di essere stati candidati nel 2074.

Questo fatto ci può mettere in guardia  contro affermazioni non accurate. Se qualcuno dichiara: “Sono stato candidato al Premio Nobel”, è opportuno essere scettici, poiché, data la riservatezza che circonda le candidature, è improbabile che ne sia effettivamente a conoscenza. A meno che non sia estremamente anziano, è più probabile che tale affermazione non sia fondata.

PRESTIGIO E AUTOREVOLEZZA?

Tuttavia, non è tutto oro ciò che luccica: ricevere il Premio Nobel conferisce una posizione di prestigio sia all’interno sia all’esterno della comunità scientifica, ma questa posizione può non essere utilizzata in modo virtuoso; è accaduto – infatti – che alcuni eccellenti scienziati, dopo aver ricevuto il premio, abbiano iniziato a sostenere posizioni discutibili dal punto di vista della fondatezza e – spesso – poco attinenti con il loro campo di studi. Specialmente se rivolte un pubblico di massa, le opinioni di questi scienziati hanno avuto un impatto profondo proprio a causa del prestigio conferito dal Nobel.

Un esempio noto di posizione discutibile assunta da un vincitore del Nobel è quello di Kary Mullis, il biochimico statunitense che sviluppò la reazione a catena della polimerasi (PCR), una tecnica rivoluzionaria per la biologia molecolare che gli valse il Premio per la Chimica nel 1993. Mullis era noto per le sue idee eccentriche[1] e per il suo scetticismo verso alcune fondamentali teorie scientifiche. In particolare, negò la correlazione tra HIV e AIDS, sostenendo che il virus HIV non fosse la causa della malattia.

Un altro caso emblematico è quello di Luc Montagnier, premio Nobel per la Medicina nel 2008 per la co-scoperta del virus HIV. Negli anni successivi, Montagnier iniziò a sostenere teorie già allora non supportate dalla comunità scientifica e oggi decisamente confutate, tra cui la “memoria dell’acqua”, un concetto associato all’omeopatia che suggerisce che l’acqua possa conservare una “memoria” di sostanze precedentemente disciolte in essa. Propose persino che le sequenze di DNA potessero emettere onde elettromagnetiche rilevabili nell’acqua, ipotesi che non ha trovato riscontri sperimentali.

Infine, possiamo citare Linus Pauling, unico individuo ad aver ricevuto due Premi Nobel non condivisi: uno per la Chimica nel 1954 e uno per la Pace nel 1962 (se siete stati attenti, vi sarete accorti che l’ho citato un’altra volta in questo articolo). Nonostante i suoi innegabili contributi scientifici, Pauling divenne un fervente sostenitore della “medicina ortomolecolare”, promuovendo l’assunzione di megadosi di vitamine e altre sostanze come metodo per prevenire e curare una vasta gamma di malattie, incluso il cancro. Tuttavia, numerosi studi clinici hanno dimostrato che tali terapie non hanno l’efficacia proclamata da Pauling.

Il problema comune a queste situazioni è che questi scienziati hanno avanzato tesi senza supportarle con dati verificati e verificabili.

Nel mondo delle scienze, il principio di autorità non ha valore: le affermazioni devono essere sostenute da evidenze empiriche e sottoposte al vaglio critico della comunità scientifica. Per quanto un Premio Nobel possa arricchire un curriculum, nessuno è immune dal rischio di incorrere in errori o di sostenere idee infondate. Gli spropositi sono sempre in agguato e il pensiero critico rimane un baluardo fondamentale per il progresso scientifico.

BARRIERE

Un altro aspetto che merita una profonda riflessione è il seguente: secondo uno studio pubblicato su The Lancet nel 2019, solo il 2,2% di tutti i Premi Nobel assegnati dal 1901 è stato conferito a donne. Questo dato ha portato a critiche rivolte al comitato Nobel per aver trascurato i contributi femminili nel campo della scienza.

L’analisi condotta dal team di ricerca suggerisce che le donne nominate per il Premio Nobel per la Fisiologia o la Medicina e per il Premio Nobel per la Chimica avevano le stesse, se non maggiori, probabilità di vincere rispetto ai loro colleghi uomini nelle stesse categorie. Tuttavia, storicamente, le scienziate sono state spesso lasciate in secondo piano, nonostante abbiano contribuito in modo significativo al progresso scientifico.

Purtroppo, senza dati recenti sulle candidature ai premi, è difficile identificare le barriere nei processi di nomina o selezione che impediscono alle donne meritevoli di ricevere questi riconoscimenti. Sarebbe quindi auspicabile che la Fondazione Nobel rendesse disponibili in modo trasparente tutti i dati sulle nomine e sul genere, per comprendere meglio le ragioni di questa disparità e lavorare verso un riconoscimento più equo dei contributi delle scienziate.

CONCLUSIONI

In conclusione, possiamo chiudere con tre considerazioni:

  1. Da sempre le donne svolgono un ruolo cruciale in tutti gli ambiti, inclusa la scienza. È essenziale riconoscere e valorizzare il loro contributo per promuovere un progresso autentico e inclusivo.
  2. Se qualcuno si autodefinisce “Candidato al Premio Nobel”, è opportuno mantenere un sano scetticismo, poiché le candidature rimangono segrete per almeno 50 anni.
  3. Il principio di autorità non ha valore nella scienza. Pertanto, quando qualcuno presenta una tesi, è fondamentale valutare le evidenze e i dati verificabili che la supportano.

Il Premio Nobel simboleggia l’apice dell’ingegno umano e dell’impegno nel migliorare la condizione dell’umanità. Tuttavia, come abbiamo esplorato, il percorso della scienza non è privo di ostacoli e paradossi. La storia ci insegna che il progresso autentico si ottiene non solo attraverso scoperte rivoluzionarie, ma anche grazie a una comunità scientifica che valorizza l’integrità, l’inclusività e la critica costruttiva. È essenziale riconoscere che ogni voce, indipendentemente dal genere o dal prestigio, può contribuire significativamente alla conoscenza collettiva.

Come sosteneva il filosofo Karl Popper, la scienza avanza per tentativi ed errori, e l’apertura al confronto è fondamentale. Coltiviamo dunque uno spirito critico, valutiamo le idee sulla base delle evidenze e promuoviamo un ambiente in cui tutti possano partecipare pienamente al meraviglioso viaggio della scoperta scientifica. Solo così potremo costruire un futuro in cui il sapere sia realmente patrimonio di tutti e per tutti.

 

 

NOTE

[1] Kary Mullins nelle sue memorie, raccontò esperienze legate all’uso massiccio di droghe, oltre a strani incontri con procioni parlanti e presunti rapimenti alieni.

 

BIBLIOGRAFIA

 

 

 

 

 

 

 

 

Autore

  • Mattia Lentini

    Dottore Magistrale in Ingegneria Biomedica ma, soprattutto, un grande appassionato di cibo, ironia e mondo nerd. Nella sua quotidianità, guida le aziende attraverso la giungla della certificazione per dispositivi medici, affrontando con calma e occhio critico le situazioni più ostiche e le normative più incomprensibili. Nonostante una laurea scientifica, ha scoperto la passione per la scrittura e per il divulgare le curiosità scientifiche più particolari. A tal proposito, ha aperto una pagina Instagram dove condivide curiosità scientifiche e tutto ciò che gli passa per la testa