Abbiamo già parlato di quanto sarebbe importante per la scienza un rinnovato rapporto con l’arte. Lo stesso dicasi per il management privato e pubblico contemporaneo (e i rispettivi corsi di laurea che preparano i futuri managers). Nei suoi percorsi formativi esso è sempre più incuneato tra materie di diritto, economia, statistica, informatica, e un po’ di sociologia e scienza politica. Sempre più freddo, (falsamente) razionale e burocratizzato, tra master e business school.

Intendiamoci. Tutte materie interessanti, utili, fondamentali. Tuttavia manca qualcosa, e non è sempre stato così.

HAIKU AI MANAGER!

L’haiku è un tipo di poesia giapponese, che nasce alla fine del IX secolo d.C. È un breve componimento di 5-7-5 sillabe. Si caratterizza per essere una poesia realistica, che osserva il reale nelle sue manifestazioni più infinitesimali e anche meno adatte a essere cantate: pidocchi, sterco, erbe umili. È un’arte anti-descrittiva, nel senso che non descrive, non declama, non giudica e non spiega: presenta solamente un’immagine. Ma lo fa con lo sguardo attento dell’etnografo e il linguaggio del letterato raffinato.

Mi è capitato tra le mani, diverso tempo fa, uno dei tanti libri di haiku (un tempo sono stati di moda in Italia): Haiku. Il fiore della poesia giapponese da Basho all’Ottocento, Milano: Mondadori 1998.

Ne mostro qualcuno, di poeti del 1600 e 1700, per dare un’idea. Ovviamente la traduzione in italiano non mantiene la sillabazione 5-7-5:

Pioggia,
attraversa il mio cancello
un mazzo di iris
(Itō Shintoku, 1634-1698)

 

Dalla porta di dietro
nel brodo freddo il riflesso
della macchia di bambù
(Konishi Raizan, 1653-1716)

 

Soffia il vento
si tengono forte
i boccioli di pruno

 

Guarderò la luna
senza mio figlio sulle ginocchia
quest’autunno
(Uejima Onitsura, 1631-1738)

 

Piogge di prima estate:
si accorciano le zampe
delle gru
(Matsuo Bashō, 1644-1694)

 

Si mescolano
il lago e il fiume
nella pioggia di primavera

 

Nella breve notte
sul bruco peloso
gioielli di rugiada

 

Nella mia stanza
il pettine che fu di mia moglie –
nella mia carne, un morso
(Yosa Buson, 1715-1783)

Sono andato a vedere gli haiku di personaggi della Dinastia Tang (618-907 d.C.).

Con mia grande sorpresa, ho scoperto che non erano di poeti. Bensì di manager, funzinati e amministratori dell’epoca; alcuni di loro intrapresero la carriera di mandarino (cui si doveva fare l’esame letterario dello Stato ― proprio come adesso…).

I 33 manager di seguito elencate scrissero decine di volumi di poesie.

Bai Juyi (Shaanxi, 772-846), mandarino di corte e poi funzionario.

Chen Shen (Hubei, 717-770), segretario di truppa.

Chen Zi’ang (Sichuan, 659-700), consigliere dell’esercito.

Cui Hu (Hebei, ?-829), funzionario.

Du Mu (Shaanxi, 773-819), funzionario con varie cariche.

Gao Shi (Hebei, 702-765), funzionario con alte cariche.

Gu Kuang (Jiangsu, 725-814), funzionario con varie cariche.

Han Yu (Henan, 768-824), mandarino e letterato.

Jia Dao (Beijing, 779-843), funzionario.

Li Longji (Gansu, 685-762), imperatore in tre periodi (Xiantian, Kaiyuan e Tianbao, 712-756).

Li Qi (hebei, 690-754), funzionario.

Li Shen (Anhui, 772-846), mandarino di corte.

Li Shimin (Gansu, 599-649), imperatore del periodo Zhenguan (627-650) e amatore di arte e letteratura; con la sua riforma politica creò un’epoca fiorente in economia e cultura, realizzando una solida pace per il popolo.

Liu Changqing (Hebei, 714-790?), funzionario.

Liu Yuxi (Henan, 772-842), mandarino con varie alte funzioni.

Liu Zonggyuan (Shaanxi, 773-819), mandarino della fazione riformista.

Luo Binwang (Zhejiang 619-684?), mandarino di corte.

Meng Chang (Hebei, 919-965), ultimo re dei Shu Posteriori (934-965), amatore di musica e letteratura.

Shen Quanqi (Henan, 656-715), Funzionario del settore culturale.

Song Zhiwen (Shanxi, o Henan? 656-713), funzionario.

Wang Changling (Shanxi, 690-756), funzionario.

Wang Han (Shanxi, 687-726), segretario e funzionario.

Wang Jian (Shaanxi, 766?-832?), funzionario con varie cariche.

Wang Wei (Shanxi, 701-761), mandarino per alte cariche per diversi periodi. E’ anche pittore e conosce bene la musica.

Wang Zhihuan (Shanxi, 688-742), funzionario.

Wei Yingwu (Shaanxi, 737-792), ex guardia del corpo dell’imperatore Li Longji, funzionario di varie città.

Wei Zheng (Hebei, 580-643): statista e letterato.

Wei Zhuang (Shaanxi, 836-910), funzionario e letterato.

Yuan Jie (Henan, 715-772), funzionario.

Yuan Zhen (Henan, 779-831), mandarino con diverse alte cariche.

Zhang Ji (Hubei, ?-779), funzionario di finanza.

Zhang Jiuling (Guangdong, 678-740), primo ministro del regno Kaiyuan, noto per la qualità della sua persona e la saggezza della sua politica.

Zu Yong (Henan, 699-746?), funzionario.

CONCLUSIONE

Se oggi, nelle nostre università, accanto alle materie sacrosante sopra elencate, ci fossero corsi, non dico di pittura e calligrafia, che i manager dell’antica Cina seguivano, oppure di canto e musica, ma almeno di scrittura, poesia e letteratura, forse avremmo manager diversi, più empatici, equilibrati e meno nevrotici.

Autore

  • Giampietro Gobo

    Professore ordinario di Sociologia delle Scienze e delle Tecnologie, presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università degli Studi di Milano. Per molti anni si è occupato di epistemologia e metodologia della ricerca sociale. Attualmente si dedica allo studio dei “sensi sociali” e di controversie scientifiche nel campo della salute. Per le sue pubblicazioni cliccare il link qui sotto.

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